14 ottobre 2010

Una volta non c'erano i telefonini...

Conversazione avuta accompagnando il grande a scuola.
Il tutto è cominciato commentando un film vintage con astronavi di plastica e dinosauri pupazzo.
D:"quei dinosauri erano dei robot?"
N:"non penso fossero robot, probabilmente li muoveva qualcuno da dentro..."
D:"non è tanto bello così, insomma.. sembra tutto finto..."
N:"ma a quell'epoca non c'erano i computer, cioè, c'erano, ma non ci si faceva i film, erano molto costosi, li si usava per altre cose... probabilmente all'epoca quel film era sembrato bello"
D:"sì, quando era appena uscito il DVD..."
N:"ma non c'erano i DVD!!!"
D:"allora quando era appena uscita la videocassetta..."
N:"quando è uscito quel film mi sa che non c'erano nemmeno le videocassette..."
D:"ah... beh... allora, quando era appena uscito al cinema o alla televisione lo avranno trovato bello"
N:"sì, penso di sì..."
D:"..."
D:"come facevano a fare i cartoni animati senza computer?"
N: "li disegnavano fotogramma per fotogramma"
D:"?!? Ma ci mettevano un sacco di tempo!!"
N: "eh, sì, del resto non c'erano computer per fare grafica. Pensa che il mio primo computer aveva molta meno memoria e capacità di calcolo di questo telefonino"
D: "e allora che memoria avevano i telefonini?"
N: "ma non c'erano i telefonini!!!"
D:"ah..."

Mi sento un dinosauro...
http://en.wikipedia.org/wiki/Digital_native

17 settembre 2010

Su col morale!

Mi scrivo e mi rispondo.
Questo blog ultimamente è diventato un po' depresso. Non che ci abbia mai scritto molto, vengo qua solo per sfogarmi, scrivo ciò che non scrivo sul mio sito o sui forum. Perché? Boh. Mi piace così.
E allora scrivo la risposta al mio post precedente.
Quest'anno sono disoccupata (grazie Gelmini!), ho un sacco di tempo libero, in questo momento mi sto facendo di v-C 15 forte del Dr. Reckeweg (un toccasana contro le piccole depressioni psico-fisiche), ho una torta nel forno, i bambini sono a scuola, e per qualche mese ancora qualche soldino di sussidio lo prenderò! E quindi di che preoccuparsi? E magari tra poco ce ne andiamo tutti in Francia! WOW! Inoltre quest'estate abbiamo fatto una vacanza fantastica.
Oggi è venerdì 17, piove e mi sento benone!

23 marzo 2010

Quel senso di...

... inquietudine, malessere, inadeguatezza. Forse è la primavera, o il concludersi di un ennesimo mio anno di vita. Si tende a tirare le somme, a guardarsi le spalle, a vedere cosa si è fatto, cosa invece è rimasto incompiuto.
Mi sono laureata a pieni voti ormai 11 anni fa, e ora che faccio? Sono precaria, faccio un mestiere che dovrebbe lasciarmi tanto tempo libero e invece mi occupa la mente e le giornate come mai avrei creduto. Quel che peggio è che ogni cosa che faccio, ogni cosa che preparo, ogni cosa che studio, potrebbe non servirmi più, e l'anno prossimo sarà tutto di nuovo daccapo: nuovo ambiente, nuovi colleghi, nuovi studenti, magari anche nuove materie e nuovi programmi. Così è andata negli ultimi anni e, se sarò fortunata, così andrà, fino alla fine, probabilmente, la mia fine.
Per l'anno prossimo non so se augurarmi un altro contratto, ovviamente in un'altra scuola e tutto da rifare, o se rimanere disoccupata e a 36 anni ricrearmi una qualche professionalità, inventarmi un mestiere.
Mi sento in gabbia, chiusa, costretta. Avessi la certezza di restare sempre nello stesso posto, saprei che le fatiche di oggi sono investimento per domani, ma non è così. Preparo lezioni, compiti, invento strategie, ma l'anno prossimo sarò da tutt'altra parte, altre esigenze, altri problemi e sarà tutto da rifare.
È frustrante, alienante. Le mie giornate passano e non riesco a fare nulla per bene.
Le foto da sistemare si accumulano, anni e anni di ricordi che sbiadiscono, dove le avrò scattate, cosa pensavo, cosa facevo? Si perde tutto e si accumula a prender polvere la vita.
I bambini crescono e non riesco a trovare il tempo di fare con loro ciò che vorrei. Da quando siamo in questa casa ho promesso a Davide di fargli dipingere una parete del box o della cantina, sono passati ormai più di tre anni.
Mi sento spenta, vuota, vado avanti per dovere, non vedo futuro per me e tanto meno per i miei figli.
Questa Italia è sempre più brutta, più meschina, mi vergogno di chi mi sta intorno, e intanto procedo nel mio apparente benessere, con un peso nel cuore, ormai incapace di sognare.
Non posso permettermi di lamentarmi, di esternare il mio malessere perché per tutti io dovrei essere felice e soddisfatta della mia piccola vita. Ma questa vita precaria, questo dover cambiare ogni anno, questa incertezza nel futuro, mi stroncano, mi abbattono, mi affossano.
Non sono più io, stento a riconoscere ciò che ero. Sono solo un guscio vuoto, di apparenza, di atti e movimenti. Mi sento arida, spenta.
Nel buio attendo che una luce si accenda e mi illumini la via.

03 febbraio 2010

Addio Sugologone

SugologoneQuesto blog sembra essere diventato un sito di necrologi per gatti.
Sugologone ha vissuto con noi per quasi 10 anni. Ha avuto una vita piena e le sue 7 vite se le è evidentemente giocate tutte.
È arrivato in una gabbietta di ferro e come prima cosa mi ha graffiato. Fin dall'inizio ha mostrato un caratterino tutto suo. Aveva circa sei mesi e già subito si è preso una bella polmonite.
Quando era piccolo e giovane ha fatto tanti disastri: srotolare gomitoli, far cadere i pesci e via dicendo.
Ha dovuto cambiare un po' di case e adattarsi a nuovi umani.
Quando è nato Davide lui, forse, per lo sconforto, è caduto e si è rotto una zampa. Ma da gatto testardo si è sfilato il gesso per ben due volte e poi, con steccatura e chiodi, ha tentato di nuovo un balzo felino, finendo rovinosamente sul marciapiede, un piano più in basso. Dopo questa disavventura gli è rimasta la zampina sghemba, ma nonostante questo ha ripreso a saltare sui mobili e fare acrobazie.
Poi pian piano si è tranquillizzato.
È arrivato anche Filippo, ma ormai era abituato ai piccoli umani.
Ci siamo trasferiti di nuovo ed è arrivata la piccola Loreley con la quale aveva instaurato un rapporto di affetto quasi materno. Loreley ci ha lasciato ed è arrivata Kitty, ma Sugologone non ha legato gran che con questa miciona snob, anche se a volte si sono messi vicini sullo stesso angolo di divano.
Negli ultimi giorni non stava molto bene, il povero Sugologone, e avevo deciso di portarlo dal veterinario. Avevo deciso di portarlo oggi, non mi sembrava una cosa così grave da dover cambiare i miei programmi settimanali. Ieri mattina quando sono uscita sembrava quasi normale, non in forma, ma non in procinto di morire. Aveva dormito sul letto di Filippo, cosa strana, forse sapeva di essere vicino alla fine e ha voluto salutare il suo piccolo amico umano. La sera prima faceva dei miagolii strani, ma a parte questo, un po' di magrezza e qualche rigurgito... non mi sarei aspettata mai una fine così rapida.
Ieri sera sono tornata ed era un altro gatto, uno scheletro senza forze, si è tirato su per raggiungermi alla porta, si è fatto accarezzare, ma era allo stremo.
L'ho portato subito dal veterinario e dagli esami fatti forse ha avuto un blocco renale.
Non sapremo mai esattamente da quanto si trascinasse questi problemi, fatto sta che in pochissimo tempo quello che sembrava un malessere si è trasformato in un male mortale.
Ormai era agli sgoccioli, la vita stava fuggendo da lui e con un dolore immenso ho acconsentito a lasciarlo andare, addormentarlo per sempre. Almeno è morto con me accanto.
Mi rimane come sempre il rammarico di non aver capito prima che covava un male così grande, ma i gatti sanno evidentemente nascondere bene e tirano avanti fino all'ultimo, fino agli sgoccioli della loro settima vita.