Il ricordo più antico che ho è di una me stessa, credo 3enne o poco più, aggrappata alle sbarre del giardino, alla scuola materna. Il mio cuore gonfio di pianto e gli occhi pieni di lacrime, guardavo la mia macchina, o meglio quella dei miei, spiaccicata da un grosso bidone appena caduto da un camion. Oggi penserei inorridita a cosa sarebbe potuto succedere se invece della macchina ci fosse stata una persona, o se la macchina fosse stata occupata. Ma allora pensavo solo con disperazione alla mia macchinina tutta rotta. Ogni oggetto, come per ogni bambino, era per me dotato di vita propria, compresa la capacità di provare sentimenti, emozioni e dolore. La mia macchina soffriva sotto il peso di un grosso bidone e io ero impotente dietro le sbarre di quel cortile. Questo mio ricordo è come una foto in bianco e nero, leggermente sgranata, come se fosse stata ingrandita. Sono in piedi, le mani sulle sbarre, una gonnellina scozzese (o forse pantaloni a zampa?) e un cappottino molto anni '70, con cappuccio. Non ricordo assolutamente cosa sia successo in seguito alla macchina, sicuramente nulla è successo al guidatore del camion, dato che di certo non ho avuto la presenza di spirito di prendere il numero di targa.
Nessun commento:
Posta un commento