23 agosto 2005

Colori e percezione

Una delle tante cose che mi piace fare è pasticciare con le immagini.
Gli ultimi regali ricevuti (per la fine della faticosissima scuola di specializzazione) sono una super stupenda Nikon D70 e un portatile. Quindi adesso sto facendo valangate di foto e sto cercando, anzi litigando, col computer per trovare il modo migliore per organizzarle, manipolarle e soprattutto visualizzarle. Ed è qui che sorge il problema.

Ho fatto tutte le calibrazioni del caso, in quanto Photoshop mi diceva che ogni dispositivo (macchina, schermo, stampante, scanner) deve avere un suo profilo di colori, in modo che ci sia il corretto passaggio di informazioni e i colori non vengano falasati nei vari passaggi (macchina - programma - visualizzazione su schermo).

Ad esempio, la calibrazione dello schermo, consiste nel scegliere il quadrato più neutro tra 3. Ma a questo punto sorge un problema irrisolvibile: nel momento in cui io regolo lo schermo basandomi sulla mia personale percezione di colore neutro, quello schermo sarà tarato per visualizzare perfettamente immagini solo ai miei occhi.
Forse bisognerebbe impostare un profilo-colori anche per ogni utente del pc?

Si potrebbe contestare il mio ragionamento dicendo che nel momento in cui una foto è una immagine bidimensionale della realtà, se io vedo quella foto esattamente come l'immagine ripresa, allora anche altri vedranno quella foto nello stesso modo in cui avrebbero osservato l'immagine reale, anche se diverso dal mio. Ma non ne sono convinta, infatti la retina e tutti i processi cerebrali, psicologici ed emotivi necessari alla visualizzazione e immagazzinamento di un'immagine ragiscono in maniera diversa alla radiazione luminosa prodotta dai fosfori o quel che è di uno schermo e alla radiazione proveniente da oggetti reali, tridimensionali, che riflettono le onde luminose.

Il ragionamento è forse un po' contorto, ma tutto ciò è per convincermi che è inutile fare regolazioni millesimali, tanto saranno perfette solo per me.
Anzi, nemmeno per me, perchè l'immagine sullo schermo appare leggermente diversa a seconda che la stanza sia illuminata da luce solare, elettrica o in penombra.

22 agosto 2005

Piove

SceltePiove.
Questo tempo uggioso mi impigrisce.
Ma oggi sono contenta.
Siamo andati a passeggiare per qualche giorno sui monti, tutti e tre. Il tempo ci ha graziato.
Ho respirato un po' di aria buona e ho dimenticato i miei brutti pensieri.
Prima di partire ho avuto una delle mie crisi, e quel che è peggio davanti ai miei.
Non riuscivo a frenare le lacrime. Ora non riesco neanche a capire perchè fossi così disperata, o meglio, so quali erano i motivi della mia disperazione, ma in questo momento vedo le le cose sotto un'altra luce. Son fatta così. Un giorno vedo tutto nero, un giorno rosa, un giorno chissà...
Sono incostante.

Adesso le cose le vedo rosa.

Ho 31 anni, ho un marito amorevole e appassionato, un figlio di 4 anni sano, bello, simpatico e intelligente (ogni scarrafone...), un gatto (zoppo, ma molto molto affettuoso) che mi riempie felicemente di peli tutta la casa, e infine ho una casa, piccola ma accogliente (va bene, non è nostra, ma intanto ci possiamo stare..), mangio tutti i giorni, mi tolgo anche qualche sfizio ogni tanto (cinema, ristorante, viaggetti). Ho tanti hobby, passioni, non ne faccio bene nessuno, inizio tante cose e non le porto a termine, ma pian piano, col tempo, farò tutto.
Credo di essere tutto sommato una buona madre e moglie e ora che finalmente sono in graduatoria prima o poi sarò chiamata in una scuola, avrò di nuovo un lavoro vero, un lavoro che mi permetterà di continuare a studiare le mie materie, di stare a contatto coi giovani e di avere anche del tempo per me e la mia famiglia.
Pensandoci bene questa è la scelta di lavoro migliore per me, anche se mi è costata altri 2 anni di studio, pesantissimi. Io non sopporto di stare chiusa in un posto per 8 ore, devo fare qualche cosa che posso gestire da sola, ma in un'organizzazione che mia dia orari e regole per non disperdermi.

Ora vedo tutto rosa e mi sembra che tutti i pezzi del puzzle della mia vita stiano andando a posto.
Ora vedo tutto rosa, domani... chissà...

Intanto piove, e non ho voglia di fare nulla...

10 agosto 2005

Agosto in città 3

Ieri ho avuto la brillante idea di andare in Corso Buenos Aires a fare acquisti. Tutti i milanesi rimasti avevano avuto la mia stessa brillante idea.
Dovevo comperare un regalo per una mia amica, il negozio dove volevo comprarglielo ovviamente era chiuso, così come il 50% dei negozi.
Ho girato mezzo corso per 2 ore e alla fine ho speso 30 € di cui solo 6 per il regalo alla mia amica. Meno male che la metà dei negozi era chiusa!!
Per giunta un ragazzino ha cercato di borseggiarmi. Lui non ci avrebbe guadagnato molto dato che avevo speso tutto, ma io avrei perso palmare, portafoglio con carte varie, CD di foto da far stampare, telefonino... Sono rimasta col batticuore per mezz'ora.

In compenso ieri sera la mia amica ci ha invitato al giapponese, ci siamo andati in bici, bellissimo, aria tiepida al punto giusto, ampi viali alberati totalmente vuoti.

Stanotte però ho dormito male, un po' per il pesce che forse era troppo crudo, forse ancora vivo, e si agitava nel mio intestino e un po' perchè la pazza di fronte cercava la gatta (o coniglietta o maialina non si sa); oltre alla sua amena voce che chiamava gentilmente l'animale, si sentiva, dalla sua finestra aperta, la sua televisione a volume altissimo...

Vantaggi e svantaggi di un agosto in città.

08 agosto 2005

Agosto in città 2

Oggi ho preso la bici e ho fatto un giro in città.
È fantastico pedalare tra le strade insolitamente sgombre, senza auto che cercano di buttarti fuori strada e senza pedoni che si lanciano sotto le ruote ad ogni incrocio.
Il sole era caldo, ma non c'era l'afa tipica di giugno e luglio, l'arietta scompigliava le foglie, per lo più malate, quelle sopravvissute alla tromba d'aria di qualche tempo fa.
Sono andata in posta e non ho fatto coda, sono andata al supermercato e c'era poca gente, per lo più vecchietti, ubriachi o stranieri. E per di più era pieno di offerte speciali.
Insomma una pacchia.
Devo rimanere più spesso d'agosto in città.

Agosto in città 1

Un silenzio innaturale avvolge la città, svuotata dai sui abitanti fuggiti in cerca di altri lidi.
Un motorino solitario, un allarme, qualche voce.
Uccelli che cantano sotto il sole estivo, neanche tanto caldo.
I pochi rumori rimbombano e risaltano nel silenzio circostante.
La pazza del palazzo di fronte evidentemente non va in vacanza e urla al telefono, minaccia castighi, fino a sgolarsi. Poi chiama la gatta "Bianchina coniglietta dispettosa, sei proprio una maialina...". Il povero animale deve avere delle crisi di identità....
I pazzi con la finestra sul cortile tacciono, forse loro sono in vacanza, ad urlare e sbraitare contro qualche vicino di tenda o di camera, il quale incautamente ha buttato troppo rumorosamente un oggetto nella spazzatura.
Un alito di vento solleva foglie e polvere, agita i rami dei tristi olmi cittadini.
Nei giardini pensili, là su dove i comuni mortali non arrivano, getti di irrigazione preservano dall'arsura alberi e fiori, messi lì forse a nascondere chissà quale segreto in quelle terrazze inaccessibili.
Agosto in città, innaturale e misterioso, passa in fretta, come un pigro sospiro, fino alle porte dell'autunno.