Questo blog sembra essere diventato un sito di necrologi per gatti.
Sugologone ha vissuto con noi per quasi 10 anni. Ha avuto una vita piena e le sue 7 vite se le è evidentemente giocate tutte.
È arrivato in una gabbietta di ferro e come prima cosa mi ha graffiato. Fin dall'inizio ha mostrato un caratterino tutto suo. Aveva circa sei mesi e già subito si è preso una bella polmonite.
Quando era piccolo e giovane ha fatto tanti disastri: srotolare gomitoli, far cadere i pesci e via dicendo.
Ha dovuto cambiare un po' di case e adattarsi a nuovi umani.
Quando è nato Davide lui, forse, per lo sconforto, è caduto e si è rotto una zampa. Ma da gatto testardo si è sfilato il gesso per ben due volte e poi, con steccatura e chiodi, ha tentato di nuovo un balzo felino, finendo rovinosamente sul marciapiede, un piano più in basso. Dopo questa disavventura gli è rimasta la zampina sghemba, ma nonostante questo ha ripreso a saltare sui mobili e fare acrobazie.
Poi pian piano si è tranquillizzato.
È arrivato anche Filippo, ma ormai era abituato ai piccoli umani.
Ci siamo trasferiti di nuovo ed è arrivata la piccola Loreley con la quale aveva instaurato un rapporto di affetto quasi materno. Loreley ci ha lasciato ed è arrivata Kitty, ma Sugologone non ha legato gran che con questa miciona snob, anche se a volte si sono messi vicini sullo stesso angolo di divano.
Negli ultimi giorni non stava molto bene, il povero Sugologone, e avevo deciso di portarlo dal veterinario. Avevo deciso di portarlo oggi, non mi sembrava una cosa così grave da dover cambiare i miei programmi settimanali. Ieri mattina quando sono uscita sembrava quasi normale, non in forma, ma non in procinto di morire. Aveva dormito sul letto di Filippo, cosa strana, forse sapeva di essere vicino alla fine e ha voluto salutare il suo piccolo amico umano. La sera prima faceva dei miagolii strani, ma a parte questo, un po' di magrezza e qualche rigurgito... non mi sarei aspettata mai una fine così rapida.
Ieri sera sono tornata ed era un altro gatto, uno scheletro senza forze, si è tirato su per raggiungermi alla porta, si è fatto accarezzare, ma era allo stremo.
L'ho portato subito dal veterinario e dagli esami fatti forse ha avuto un blocco renale.
Non sapremo mai esattamente da quanto si trascinasse questi problemi, fatto sta che in pochissimo tempo quello che sembrava un malessere si è trasformato in un male mortale.
Ormai era agli sgoccioli, la vita stava fuggendo da lui e con un dolore immenso ho acconsentito a lasciarlo andare, addormentarlo per sempre. Almeno è morto con me accanto.
Mi rimane come sempre il rammarico di non aver capito prima che covava un male così grande, ma i gatti sanno evidentemente nascondere bene e tirano avanti fino all'ultimo, fino agli sgoccioli della loro settima vita.