24 marzo 2005
23 marzo 2005
Vita e Morte
E' sottile e quasi trasparente il velo che separa l'essere e il non essere.
Si nasce e poi si muore, in mezzo un caleidoscopio di sensazioni, odori, rumori, dolore, goia, sofferenza, un vortice infinito che ci trascina, un fiume che inesorabile e innarestabile scorre verso la sua foce.
Nasciamo piccoli e fragili, un rigagnolo di acqua pura, trasparente e cristallina. Scorriamo per i verdi prati fioriti della nostra infanzia, aggirando massi e scavando solchi nella morbida terra. Saltiamo rapidamente lungo rapide scoscese, il tumulto dell'adolescenza ci precipita verso valli ignote, nel buio di crepacci, dentro umide grotte e di nuovo fuori al sole, sotto le stelle, un torrente impetuoso e gonfio dopo il disgelo. Un torrente che accoglie nuove acque e piano piano placa la sua corsa fino alla pianura. Il fiume scorre e raccoglie. Il fiume scava e costruisce. Il fiume segna la pianura, attraversa laghi ed acquitrini, si perde in paludi, si attorciglia in meandri e accoglie affluenti. Il fiume dà la vita, il fiume dà la morte. Il fiume arido uccide di sete i germogli, le piene improvvise affogano ogni animale. Il fiume viaggia, attraversa paesi, città e raccoglie. A volte viene costretto a seguire rigidi percorsi, a volte scorre libero scavando la pianura. Diventa sempre più largo, maestoso e lento. Fino a quando, all'improvviso sfocia nel mare, oppure lentamente, riempiendo il mare di ciò che ha trasportato.
Il fiume termina il suo percorso, le sua acque si mescolano a quelle del mare, assieme a quelle di tutti gli altri fiumi. Il fiume si perde e rimane solo il ricordo.
Si nasce e poi si muore, in mezzo un caleidoscopio di sensazioni, odori, rumori, dolore, goia, sofferenza, un vortice infinito che ci trascina, un fiume che inesorabile e innarestabile scorre verso la sua foce.
Nasciamo piccoli e fragili, un rigagnolo di acqua pura, trasparente e cristallina. Scorriamo per i verdi prati fioriti della nostra infanzia, aggirando massi e scavando solchi nella morbida terra. Saltiamo rapidamente lungo rapide scoscese, il tumulto dell'adolescenza ci precipita verso valli ignote, nel buio di crepacci, dentro umide grotte e di nuovo fuori al sole, sotto le stelle, un torrente impetuoso e gonfio dopo il disgelo. Un torrente che accoglie nuove acque e piano piano placa la sua corsa fino alla pianura. Il fiume scorre e raccoglie. Il fiume scava e costruisce. Il fiume segna la pianura, attraversa laghi ed acquitrini, si perde in paludi, si attorciglia in meandri e accoglie affluenti. Il fiume dà la vita, il fiume dà la morte. Il fiume arido uccide di sete i germogli, le piene improvvise affogano ogni animale. Il fiume viaggia, attraversa paesi, città e raccoglie. A volte viene costretto a seguire rigidi percorsi, a volte scorre libero scavando la pianura. Diventa sempre più largo, maestoso e lento. Fino a quando, all'improvviso sfocia nel mare, oppure lentamente, riempiendo il mare di ciò che ha trasportato.
Il fiume termina il suo percorso, le sua acque si mescolano a quelle del mare, assieme a quelle di tutti gli altri fiumi. Il fiume si perde e rimane solo il ricordo.